Fantasia-creatività

Fantasia (1977)

Fantasia

Lontano da elaborazione teoriche complesse, Munari in “Fantasia” parla con un linguaggio semplice e di facile comprensione. Sostanzialmente il suo interessa si sofferma a lungo sulla necessità di stimolare la creatività nei bambini, attraverso l’utilizzo di laboratori creativi dove far interagire il bambino con gli elementi che lo circondano.

“Ciò che distingue questo laboratorio da tutti gli altri laboratori esistenti è il metodo” scrive l’autore nella presentazione del primo laboratorio per bambini alla Pinacoteca di Brera, Milano, 1977, dove i bambini sono liberi di giocare coi colori e la materia d’innanzi alle opre d’arte dei grandi artisti.

Il suo metodo consiste nell’insegnare ai bambini come si guarda un’opera invece di soffermarsi solo all’apparenza, perché quel che si testa con le proprie mani resta impresso nella mente in quanto le parole sono effimere e si dimenticano senza la pratica.

L’arte visiva non va raccontata ma sperimentata “si gioca all’arte visiva”, si sperimentano le tecniche dalle opere d’arte di ogni epoca e le si trasforma in gioco permettendo in tal modo di scoprire le qualità dei materiali e le caratteristiche degli strumenti utilizzati alla lavorazione. Si promuovere la conoscenza e la comprensione delle tecniche della comunicazione artistica, affinché si possano utilizzare con maggiore consapevolezza e spirito critico.

Giochi semplici

Fantasia di Bruno Munari

C’è sempre qualche vecchia signora che affronta
i bambini facendo delle smorfie da far paura e
dicendo delle stupidaggini con un linguaggio
informale pieno di ciccì e di coccò e di piciupaciù.
Di solito i bambini guardano con molta severità
queste persone che sono invecchiate invano;
non capiscono cosa vogliono e tornano ai loro
giochi, giochi semplici e molto seri.

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