Indice
- I processi di stampa
- La stampa planografia (litografia e litografia offset)
- La stampa su rotativa
- Problemi comuni nella stampa litografica su rotativa
- La stampa rilievografica e incavografica
- La serigrafia (stampa permeografica)
I processi di stampa
I processi di stampa, consistono nel trasferire inchiostro o vernice della lastra su un supporto attraverso la pressione. Nella moderna tecnologia di stampa a getto d’inchiostro, invece, il colore si spruzza sul supporto.
Fondamentalmente l’industria tipografica utilizza quattro processi di stampa principali: la planografia (litografia e offset), la rotocalcografia, la rilievografia e la serigrafia, processi che differenziano tra loro per prezzo, qualità e tiratura.
La stampa planografia (litografia e litografia offset)
È il processo attraverso il quale si trasferisce l’immagine inchiostrata sulla lastra, direttamente nel caso della litografia, oppure attraverso un supporto intermedio morbido, un rullo, un cilindro di caucciù nel caso dell’offset pressato sul supporto.
La stampa planografico si basa sul principio che acqua e olio sono incompatibili e si respingono a vicenda. La lastra si inchiostra passando sotto al rullo, e l’inchiostro, essendo oleoso, aderisce solo nelle zone non protette da una pellicola d’acqua.
Con la litografia si ottengono buone riproduzioni di fotografie e lavori al tratto su vari supporti. Le lastre sono facili da preparare e consentono in stampa un’elevata velocità di produzione, che permette di contenere i costi.
Le macchine in offset sono disponibili con alimentazione a foglio o bobina su rotativa. Quelle a foglio si utilizzano nella stampa a bassa tiratura, come pieghevoli, riviste ecc., mentre le rotative si utilizzano per le alte tirature come quotidiani, riviste ecc.
La stampa su rotativa
È definita dal tipo di supporto utilizzato, grandi bobine di carta che permettono un volume e una velocità di stampa elevati a un costo minore, per unità di lavoro tipografico ad alto volume.
Le bobine si utilizzano anche nella stampa litografica ma più comunemente, nella rilievografia come rotocalcografia e la flessografia, perché le lastre sono più durevoli. Questo metodo non è adatto ai bassi volumi di tiratura.
Problemi comuni nella stampa litografica su rotativa
Lo svantaggio principale dell’offset ha a che fare con la tiratura, perché il beneficio economico si ottiene a volumi di stampa medi e alti.
Ad altissime tirature tuttavia la qualità delle immagini può iniziare a soffrire per l’usura della lastra e in questo caso di solito si preferisce la stampa rotocalcografica.
Inoltre il controllo del colore può essere un problema essendo legato all’equilibrio tra acqua e inchiostro sulla lastra. La presenza di acqua può causare distorsioni nei supporti più assorbenti ed è difficile ottenere uno strato d’inchiostro di densità ottimale.
La stampa rilievografica e incavografica
La stampa rilievografica e incavografica si basa sulla pressione di una superficie inchiostrata in rilievo contro un supporto, secondo lo stesso principio del timbro.
È stato il primo metodo di stampa commerciale. La superficie in rilievo (matrice), s’inchiostra per stampare e può essere composta dai cliché delle singole lettere, da righe di metallo fuso o da una lastra incisa. Essa è riconoscibile per i contorni netti e precisi nelle lettere e per i bordi a inchiostro più forti.
Nella rotocalcografia, il metodo più diffuso di stampa incavografica commerciale, l’immagine è incisa su una lastra in rame e poi pressata direttamente sul supporto.
L’inchiostro da trasferire sulla carta è trattenuto da minuscole cellette incise nella lastra con un laser o con uno strumento in diamante. Per ogni colore si utilizza una lastra separata.
La rotocalcografia è un processo tipografico ad alta velocità capace di garantire il massimo volume produttivo. Utilizza le macchine da stampa più grandi e si usa ad altissime tirature.
Anche nella stampa flessografica l’immagine si trasferisce sul supporto grazie a variazioni nella superficie della lastra. Il processo si fonda su una matrice a rilievo in caucciù che riproduce l’immagine, che è inchiostrata e poi pressata sul supporto.
Fu creata in origine per la stampa di materiali da imballaggio e forniva riproduzioni a bassa qualità. Oggi invece, compete con la rotocalcografica e la litografia, soprattutto perché grazie alle lastre flessibili, permette di stampare su un’ampia gamma di supporti e si utilizza per medie e grandi tirature.
Nella rotocalcografia e nella flessografia i tempi di essicazione sono più rapidi perché gli inchiostri sono meno viscosi di quelli litografici.
La serigrafia (stampa permeografica)
Questo metodo è adatto a tirature relativamente basse. Il disegno è riprodotto su un telaio, in origine fatto di seta. Un inchiostro viscoso è forzato ad attraversare il telaio e si deposita sul supporto.
Anche se si tratta di una tecnica piuttosto lenta e costosa, essa permette di applicare immagini su un’ampia gamma di supporti, come tessuti, ceramiche e metalli su cui non di riesce a stampare con altri metodi.
Gli inchiostri viscosi consentono di sfruttare colori particolari e si possono anche utilizzare per creare superfici in rilievo che aggiungono un effetto tattile al progetto.